La storia delle Olimpiadi in Italia

Organizzare i Giochi Olimpici è allo stesso tempo un onore e un onere. Avere puntati addosso gli occhi del mondo intero è un privilegio di pochi, ma dietro alle settimane di gara c’è una progettazione che dura quasi un decennio e un impegno economico non indifferente.

Ed ecco spiegato perché a due anni dall’inizio i Giochi Invernali di Milano e Cortina d’Ampezzo catalizzano così tanto l’interesse degli amanti dello sport e non solo. Si tratta della quarta volta in cui la bandiera a cinque cerchi sventola sullo Stivale.

L’Italia ha ospitato solo una volta i Giochi estivi
Gli unici giochi estivi che si siano mai tenuti in Italia sono quelli di Roma 1960. In uno dei primi eventi di sempre mai trasmessi in Eurovisione, il Belpaese, nel pieno del boom economico postbellico, dà splendida mostra di sé, con le bellezze della Capitale e non solo che fanno da sfondo alle gare.

Basterebbe pensare che l’iconica maratona, vinta dall’etiope Abebe Bikila con la sua corsa senza scarpe, non termina come avviene di solito all’interno dello stadio Olimpico perché il traguardo viene piazzato all’Arco di Costantino, a due passi dal Colosseo, per un finale memorabile.

Tra gli altri eventi di quei Giochi che sono rimasti nell’immaginario collettivo ci sono la vittoria nei 200 metri piani di Livio Berruti, primo mediterraneo di sempre a imporsi sulla distanza, il tris nella velocità femminile firmato dalla statunitense Wilma Rudolph, che si impone nei 100 metri, nei 200 e anche nella staffetta 4x100m dopo che da bambina aveva sofferto di poliomielite.

Ancora, passerà alla storia l’oro olimpico di un giovane pugile statunitense, quel Cassius Clay che vince nella categoria del mediomassimi e che da lì a breve scriverà pagine indelebili della storia della nobile arte. Roma 1960 termina tra l’altro con l’Italia terza nel medagliere, dietro ovviamente a Stati Uniti e Unione Sovietica, con 13 ori, 10 argenti e 13 bronzi.

I Giochi invernali di Cortina nel 1956
Il nostro paese ha però ospitato in altre due occasioni i Giochi, organizzando le edizioni invernali del 1956 e del 2006. In realtà Cortina d’Ampezzo, una delle due sedi anche di quelli che si disputeranno nel 2026, avrebbe dovuto essere il centro del mondo delle nevi già nel 1944, ma quell’edizione (così come quella precedente) salta ovviamente per il secondo conflitto mondiale.

Dunque, bisogna aspettare oltre un decennio per quelli che a conti fatti sono i primi giochi italiani di sempre, anticipando Roma di quattro anni.

Nonostante un piccolo incidente nella cerimonia di apertura, con il pattinatore Guido Cairoli che inciampa nell’ultimo tratto ma riesce a tenere accesa la fiamma, i Giochi di Cortina si aprono il 26 gennaio 1956, con 24 gare in 6 sport (sci, pattinaggio, bob, salto, hockey su ghiaccio e combinata nordica).

Il grande protagonista è l’austriaco Toni Sailer, che vince addirittura tutte e tre le gare maschili di sci alpino (discesa libera, slalom gigante e slalom speciale). L’Italia esce da questa edizione con un bottino abbastanza magro, un oro e due argenti, con la medaglia più preziosa conquistata nel bob maschile da Lamberto Dalla Costa e Giacomo Conti.

Le Olimpiadi di Torino 2006
Cinquant’anni dopo, i Giochi Olimpici invernali tornano di nuovo in Italia, stavolta con l’assegnazione alla città di Torino.

Seguendo il nuovo modello olimpico che si è sviluppato negli ultimi decenni, anche i XX Giochi vedono le competizioni (che sono 84 in 7 sport) svolgersi sia in alcuni impianti cittadini (lo Stadio Olimpico per le due cerimonie, il Palasport per l’hockey, l’Oval per il pattinaggio di velocità o il Palazzo a Vela per pattinaggio di figura e short track) che in località sciistiche delle valli vicine, come Bardonecchia, Cesana Torinese, Pinerolo, Pragelato, Sauze d’Oulx e Sestriere.

I Giochi di Torino scrivono la loro parte di storia a cinque cerchi, considerando che la cerimonia di apertura, con 1,6 miliardi di contatti, è l’evento più visto in TV dell’anno, superando addirittura la finale dei Mondiali 2006 tra Italia e Francia.

L’ultimo tedoforo è la sciatrice di fondo Stefania Belmondo, mentre la cerimonia si chiude con l’ultima esibizione in carriera di Luciano Pavarotti, e la cerimonia di chiusura vede la presenza di Andrea Bocelli.

A livello di gare, la protagonista principale è la canadese Cindy Klassen, che si aggiudica ben cinque medaglie (un oro, due argenti e due bronzi) nel pattinaggio di velocità. Nello sci alpino c’è il canto del cigno dell’eterno Kjetil Andrè Aamodt, con il norvegese che vince il suo quarto oro olimpico dopo quello ad Albertville e i due a Salt Lake City.

C’è gloria anche per gli azzurri, con ben cinque ori, tra cui quello di Giorgio Di Centa nella 50km di fondo, la gara che chiude i Giochi e le relative scommesse live o quello di Armin Zöggeler nello slittino, il secondo nella leggendaria carriera del campione di Merano.

Milano e Cortina ospiteranno le Olimpiadi 2026
A vent’anni da Torino e a settanta da Cortina, tocca di nuovo all’Italia organizzare i Giochi Invernali, ottenuti grazie alla candidatura comune di Milano e Cortina. Anche nel 2026 le gare si terranno in luoghi diversi, con Milano e le zone circostanti che ospiteranno le competizioni nei palazzetti, Cortina come casa dello sci alpino, ma anche località della Lombardia, del Veneto e del Trentino Alto-Adige che faranno da sfondo ad altre discipline.

Le cerimonie di apertura e di chiusura saranno tenute in due…monumenti veri e propri, come lo stadio di San Siro e l’Arena di Verona. Il programma definitivo prevede 116 eventi in 16 discipline e si articolerà in due settimane (più i giorni per apertura e chiusura) tra il 6 e il 22 febbraio.

Quanto costeranno le Olimpiadi italiane
Di certo i quarti Giochi Olimpici in Italia saranno i più costosi di sempre per il Paese, con un costo stimato finora che supera abbondantemente i 2,5 miliardi e che probabilmente è destinato ad aumentare nei circa due anni che ci separano dalla cerimonia di apertura.

Ovviamente si vanno a considerare anche tutte le spese che non riguardano direttamente le strutture dove si terranno le gare, ma infrastrutture, trasporti e qualsiasi altra cosa sia necessaria per lo svolgimento dell’evento. Per quanto riguarda piste e palazzetti, il costo non doveva essere eccessivo, con 205 milioni stimati, che però sono già saliti a 300 milioni.

Allo stesso tempo, va però considerato anche l’enorme indotto portato dalla manifestazione a cinque cerchi.

Il giro d’affari di Pechino 2022, con la Norvegia che si conferma, da favorita per le scommesse sportive, in testa al medagliere finale, anche considerando il periodo non semplice in seguito alle note problematiche a livello mondiale, ha superato i 2 miliardi di euro e la speranza per Milano e Cortina è quella di aumentare ulteriormente questa cifra.